Droni e visori notturni installati su mezzi anfibi. Mezzi tecnologicamente avanzati per combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina ed impedire che tragedie come quella di Lampedusa si ripetano. Nell’operazione di sorveglianza e soccorso nel Mediterraneo, denominata “Mare Nostrum” promossa dal governo italiano, verranno dunque impiegati gli aerei senza pilota e strumenti ottici ad infrarossi.
Tra gli altri mezzi coinvolti, due unità del tipo fregata, ciascuna con un elicottero imbarcato; due unità navali tipo pattugliatore, due elicotteri tipo EH101 della Marina, imbarcati sul San Marco o impiegabili da Lampedusa; un velivolo tipo P180, dotato di strumenti ottici a infrarossi e radar di ricerca di superficie. E ancora: un’unità navale per il supporto logistico; un Atlantique dell’Aeronautica militare, con base a Sigonella; un velivolo tipo Predator (drone) impiegato per la sorveglianza marittima. E la rete radar costiera e stazioni dell’Ais-automatic identification system della Marina Militare.
I droni consentiranno di avere la massima sorveglianza nel tratto di mare interessato dalle rotte dei migranti. “Mare Nostrum” sarà un’operazione militare ed umanitaria che prevede il rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare per incrementare il livello sicurezza delle vite umane. L’obiettivo è portare il soccorso più vicino ai porti di partenza delle carrette del mare, in modo da evitare altre vittime.