La voglia di monitorare i propri figli nell’era della digitalizzazione è sempre più insistente. Con l’apertura delle frontiere digitali nella vita di un bambino si insinuano tante opportunità , ma anche tante minacce. Piccoli strumenti di controllo per pc come key recorder o key hunter, ad esempio, aiutano i genitori a verificare ciò che accade nella vita virtuale dei propri figli, evitando spesso di incorrere in episodi di prepotenza o bullismo.
Una società americana specializzata in testi digitali ha lanciato negli ultimi mesi un software che “spia” addirittura le abitudini di studio dei ragazzi attraverso gli e-reader. Questi strumenti si stanno diffondendo a macchia d’olio nel mondo scolastico, ma potrebbero portare spiacevoli risvolti per quanto riguarda la privacy degli alunni andando a controllare le loro abitudini di lettura e sottolineatura.
Il software opera sulle cloud, quindi ogni volta che uno studente accede al testo, le pagine lette sono registrate e tracciate come avviene per le pagine di un sito web. Il “Grande Fratello dell’istruzione” fornisce ai professori la durata media del tempo passato sui libri virtuali e sa dire se il soggetto ha sottolineato o preso appunti sul proprio tablet o e-reader. In questo modo, la schermata di controllo mostrerà facilmente se un membro della classe è rimasto indietro e quali sono gli argomenti su cui ha avuto difficoltà.
Perche’ monitorare i propri figli?
Lo strumento risponde alle esigenze di classi numerose dove i docenti non riescono a monitorare individualmente gli alunni e comunque non sostituiscono test ed interrogazioni. D’altra parte bisogna anche riconoscere che ognuno ha il proprio metodo di studio e c’è chi riesce ad assimilare bene in tempi brevi o chi preferisce integrare ancora con i fogli di carta e quindi non sarebbe giusto penalizzarli. E si può anche lasciare aperta una pagina senza leggerla realmente.
Insomma il sistema lascia ancora delle zone d’ombra e non può trovare un’applicazione a 360°. Per quanto concerne il tracking delle abitudini dei lettori e delle preferenze di navigazione sul web, è già un’operazione largamente effettuata da colossi come Google o Amazon.