Ha destato grande scalpore, e non poteva essere altrimenti visto che si tratta di un caso unico al mondo, una sentenza di una Corte di Cassazione italiana secondo la quale, se un coniuge teorizza l’infedeltà coniugale, il matrimonio può essere annullato.
La sentenza del tribunale civile segue quella del Tribunale Ecclesiastico, che stabilisce una sorta di “processo alle intenzioni” di infedeltà coniugale. In pratica, sia secondo il Tribunale della Chiesa che secondo quello civile che ne ha recepito le indicazioni, se un coniuge dichiara di seguire il principio della cosiddetta “coppia aperta“, il matrimonio è da ritenersi nullo, anche se l’infedeltà non venga effettivamente portata a termine.
Infatti, la coppia aperta pregiudica il rapporto di fiducia esclusiva e reciproca alla base del matrimonio, che può pertanto essere dichiarato nullo.
Tale sentenza ha destato perplessità anche all’estero, specialmente nel Regno Unito, dove ogni notizia “particolare” proveniente dall’Italia assume spesso una certa rilevanza.
Ovviamente, anche in Italia la decisione del Tribunale non ha mancato di suscitare grandi discussioni. In Italia, infatti, secondo le leggi vigenti in tema di matrimonio ed infedeltà, tradire il coniuge può essere sanzionato, e portare allo scioglimento del vincolo coniugale, soltanto se il tradimento si verifichi effettivamente, e non in presenza soltanto di una sorta di “dichiarazione di intenti” in tal senso.
In breve, l’infedeltà deve essere la causa e non la conseguenza della crisi coniugale. Infatti, proprio per tale motivo risulta difficile provare che una crisi coniugale inizi in seguito ad un tradimento e non prima di esso, e pertanto oltre la metà dei tradimenti effettivamente consumati non vengono sanzionati dal giudice.
Ovviamente, se in Inghilterra risulta di difficile comprensione il fatto che un’autorità laica segua le indicazioni di un tribunale ecclesiastico, il tutto va visto attraverso gli occhi di un Paese (l’Italia) dove la morale cattolica è profondamente radicata, e il Vaticano, pur non esercitando in teoria alcun potere sullo Stato Italiano, è comunque in grado di orientarne la politica.