Vedere persone armate di computer portatili o smartphones in giro alla ricerca di una rete wireless gratuita è diventata una visione ormai comune nelle nostre città (ed il vostro umile blogger deve ammettere che anche lui, ogni tanto, col suo cellulare, si mette alla ricerca…). Per chi non ha voglia di perdere troppo tempo nel cercare di cogliere l’onda giusta, due hackers americani hanno creato WASP.
WASP è l’acronimo di Wi-Fi Aerial Surveillance Platform, ed altro non è se non un UAV, ovvero un drone, dismesso dall’esercito americano e modificato dai due nostri amici per farlo diventare un rilevatore Wi-Fi. Al suo interno, il WASP ha una scheda madre Arduino, collegata ad una scheda WiFi puntata verso il basso, che lo trasforma in un hotspot volante in grado, da un’altezza di circa 120 metri, di fornire copertura ad una zona di circa 100 metri quadrati.
In pratica, da quell’altezza il WASP è in grado di captare più segnali di reti wireless, e di rimandarli a terra tramite il suo hotspot, fornendo copertura gratuita a chi si trova nella sua zona. Questo obiettivo è ottenuto montando sul drone, oltre alla scheda WiFi, anche un cellulare di tipo 3G ed una telecamera, in modo da poter visualizzare obiettivi interessanti, e guidarlo verso di essi grazie il ricevitore GPS del telefono, programmato da terra con le coordinate.
Altrimenti, il drone può restare in volo stazionario sopra una determinata zona non appena rileva una rete wireless, “succhiando” allegramente la connessione da coloro che incautamente la lascino aperta e senza protezioni di sicurezza.
L’unica domanda da porsi è: fino a quando un sistema del genere potrà durare senza attirare l’attenzione delle autorità preposte al controllo del traffico aereo, o anche di semplici vicini curiosi?