L’industria di armamenti americana Lockheed Martin si è appena aggiudicata un contratto da circa 4 milioni di dollari con il dipartimento DARPA del Ministero della Difesa USA, per sviluppare un mirino ipertecnologico a raggio laser per fucili ad alta precisione.
Il mirino laser, chiamato Dingo (Dynamic Image Gunsight Optic), contiene un piccolo computer balistico, affiancato da un puntatore a raggio laser e da una serie di sensori per misurare l’effetto del vento o di altri fattori ambientali sulla traiettoria.
Dingo calcola la traiettoria basandosi sulle informazioni ricevute dai sensori e dal puntatore laser, fornendo pertanto ai soldati uno strumento per colpire bersagli a lunga distanza, con un ottimo livello di risoluzione e, cosa più importante, senza dover cambiare il visore ogni volta che si deve modificare la distanza di sparo.
Infatti, i sistemi di puntamento attuali sono ottimizzati per una certa fascia di distanze, pertanto quando ci si trova in una missione e si devono colpire bersagli a differenti distanze, bisogna cambiare visore ogni volta, aumentando il rischio. Dingo risolve il problema annullando il rischio, migliorando pertanto anche la velocità e minimizzando il tempo che intercorre tra uno sparo e l’altro, con ovvi vantaggi per le prestazioni e l’efficienza della missione.
Infatti, i primi test svolti nello scorso dicembre hanno dimostrato che i cecchini erano in grado di raddoppiare la loro velocità di sparo, raddoppiando anche la probabilità di colpire bersagli a lunga distanza (oltre 1000 metri) al primo tentativo.
Nella prima fase di applicazione, il sistema Dingo verrà montato su fucili M-4 ed M-16, e una volta passata la fase di test potrebbe essere usato come parametro di riferimento per sistemi di sparo ad alta precisione.