Microfoni direzionali grandi come uno spillo. Telecamere e microspie nascoste dentro occhiali da vista o da sole, comunissime penne, chiavi e portachiavi, bottoni, camicie, cuscini e peluche. Insomma ovunque. Batterie che durano ore e si attivano a distanza o si spengono e si accendono automaticamente quando avvertono un rumore. Il mercato delle cimici e dei loro derivati è in continua evoluzione e l’offerta è davvero vastissima. Prezzi stracciati e soluzioni low cost per prodotti che spesso si rivelano usa e getta. La chiave di volta non sta nello spendere un capitale, ma solamente nel saper valutare un’offerta. Capirete da soli che è davvero difficile avere una microspia GSM professionale, a distanza illimitata a 19,90€.
A voler esagerare, a 499 euro è possibile comprare un software spia in grado di intercettare e trasferire ogni conversazione telefonica e perfino gli sms. E non c’è bisogno di essere amici di agenti Cia: basta un giro sul sito www.endoacustica.com, azienda leader nel settore che vende anche on line ogni tipo di gadget per investigatori più o meno professionali, dal marito geloso all’agente più esperto. E anche l’alimentazione non è più un problema, basti pensare alle cimici che trovano il loro habitat naturale all’interno delle prese elettriche.
Analizziamo ad esempio la microspia trovata all’interno della sala del consiglio regionale della Regione Lazio. A prima vista, quella scatoletta quadrata grande più o meno come quella dei fiammiferi è apparsa un aggeggio rudimentale, ma a ben vedere non è assolutamente così. Il sistema è sicuramente costruito in un esperto laboratorio: il nastro (perfettamente intatto) è di ultima generazione e la portata, calcolata all’incirca sui 200 metri, può essere facilmente amplificata da un ponte radio.
Il lavoro di occultamento all’interno del bracciolo, dove era piazzato il microfono, è stato fatto seguendo accurate istruzioni e con molta facilità. Lo stesso tipo di microspie sono impiegate dalle forze dell’ordine o dai “servizi segreti” perché estremamente adattabili a diversi tipi di operazioni.
La verità è che, come hanno commentato in molti, non esiste un posto non adatto a piazzare una microspia. E soprattutto in ogni angolo del pianeta è possibile captare informazioni utili. Una sala riunioni, lo studio o la casa di un burocrate o di un politico in odore di mazzette, ma anche un’azienda sospetta. Le modalità operative sono davvero infinite.
Come riporta Repubblica.it: “Un caso eclatante fu quello del 21 gennaio 1996 quando il capo dei gip Romani, Renato Squillante, si sedette a un tavolo del bar Tombini, poco distante dal tribunale, con un gip e un pm senza sapere che nel portacenere a stelo piazzato a poca distanza c’era un orecchio elettronico indiscreto. A scoprirlo fu una cameriera che svuotando il posacenere, vide quello strano oggetto di metallo”.
Anche allora, almeno all’inizio, si parlò di un microfono costruito ad hoc, degno di una spy story di Le Carrè. La verità si scoprì 50 giorni dopo: la cimice era stata piazzata dallo Sco (Servizio Centrale Operativo della polizia) che indagava su Squillante. La realtà, spesso, è molto più semplice di come appare. Basta utilizzare i giusti strumenti.