Localizzare la posizione precisa di un telefonino in ambienti chiusi potrebbe diventare possibile grazie ad un algoritmo. Tale algoritmo ricostruisce la forma 3D di una stanza, ascoltando l’eco dei suoni prodotti all’interno, perfino di quelli più semplici come lo schioccare delle dita. Il progetto è stato messo a punto da un gruppo di ricerca del Politecnico di Losanna.
Cos’è l’ecolocalizzazione
Gli studiosi si sono ispirati all’ecolocazione. Il sistema consente ad alcuni alcuni animali come pipistrelli e delfini di localizzare la posizione di ostacoli o fonti di cibo. Allo stesso modo, l’ecolocalizzazione usa una fonte sonora e quattro microfoni per ricostruire un ambiente in modo tridimensionale.
Ogni microfono raccoglie il suono diretto dalla fonte e gli echi provenienti da varie pareti. L’algoritmo confronta quindi il segnale proveniente da ciascun microfono. I ritardi dei segnali vengono utilizzati per calcolare non solo la distanza tra i microfoni, ma anche la distanza da ciascun microfono tra le pareti e la sorgente sonora. Testando l’algoritmo in una stanza vuota, in cui è stata cambiata la posizione di una parete mobile, si è ottenuta una mappa 3D con una precisione millimetrica.
Cosa ci riserva il futuro
In futuro, secondo il gruppo di ricerca, il metodo determinerà la forma di una stanza dagli echi di una chiacchierata al cellulare. Ma non solo, la stessa tecnica permetterebbe di localizzare, grazie al cellulare, la precisa posizione di una persona in una stanza. Oggi i sistemi di localizzazione sono utilizzatissimi sia per la sorveglianza che come sistemi antifurto. Infatti, se da un lato consentono di osservare gli spostamenti di telefoni cellulari e monitorare persone o oggetti, dall’altra sono in grado di tracciare merci o oggetti preziosi in caso di furto o smarrimento. La localizzazione è una delle applicazioni più utili e favorevoli dei nostri giorni!