Il Web 3.0 non è ancora molto lontano. Tutti i grandi laboratori stanno lavorando duramente per mettere a punto nuove applicazioni che riguardano l’Internet delle Cose. Con questo neologismo è stata battezzata l’ultima frontiera della tecnologia online. Il punto di forza risiede nella possibilità attribuita agli oggetti di interagire tra di loro acquisendo e scambiandosi informazioni. La sveglia ad esempio potrebbe suonare in anticipo una volta constatato, tramite internet, condizioni di traffico intenso. E così i frigoriferi potrebbero comprare online il cibo ideale per la nostra dieta, le piante potrebbero avvisare l’innaffiatoio che hanno bisogno di acqua, i contenitori di medicinali comunicare di aver dimenticato di prendere una pillola. Insomma tutti gli oggetti di uso comune potrebbero avere accesso alla rete cambiando in maniera radicale il nostro quotidiano. Quasi tutte le cose possederanno un proprio indirizzo Ip essendo così connesse e tracciabili. Si presume che entro il 2015, 15 miliardi di dispositivi saranno online.
Bob Kahn, l’uomo che insieme a Vinton Cerf, inventò negli anni Settanta il protocollo di trasmissione dati su cui si basa il Web, sta lavorando negli Stati Uniti allo sviluppo del progetto.
L’obiettivo dell’internet delle cose è far sì che il mondo elettronico tracci una mappa di quello reale, dando un’identità elettronica alle cose e ai luoghi dell’ambiente fisico. In breve: gli oggetti reali raccolgono dati sull’ambiente circostante, li elaborano e dialogano virtualmente tra loro grazie a microantenne 3G, al wi-fi e a sistemi Gps. Le apparecchiature continueranno anche a miniaturizzarsi raggiungendo le dimensioni delle più avanzate microspie per aprirsi a sempre più numerosi campi di applicazione.
Tutto sarà smart, dalla casa alla città. Un esempio sarà il sistema di trasporto urbano di Londra: i sensori dei treni della metropolitana segnaleranno ai passeggeri in quale carrozza ci sono posti vuoti; i parcheggi saranno in rete, così da avere la certezza di trovare un posto prima di mettersi in macchina; i semafori si coordineranno in maniera da smaltire il traffico efficacemente.
I campi di applicabilità saranno molteplici: dalle applicazioni industriali, alla logistica e all’infomobilità, fino all’efficienza energetica, all’assistenza remota e alla tutela ambientale.
Lo scoglio da superare è rappresentato dalla salvaguarda della privacy. Se tutti i nostri oggetti saranno in rete, tracciare i nostri spostamenti sarà molto semplice, come già avviene oggi d’altronde con i più moderni sistemi di localizzazione GPS. Sarà come indossare 24h su 24h una telecamera di sorveglianza. La soluzione potrebbe essere ravvisabile nell’installazione di interruttori che, qualora richiesto, disattivino il tracciamento. Ma queste sono ancora ipotesi, bisognerà attendere quantomeno il 2015 per cominciare a tastare con mano i pro e i contro di questa nuova tecnologia.