15mila utenti addestrati per combattere virtualmente al fine di difendere le reti da cui dipendono le istituzioni americane che sarebbero entrate nel mirino di attacchi hacker provenienti in primis da Cina ed Iran. Poche settimane fa si parlò di un attacco alla Casa Bianca che fu rapidamente arginato dai tecnici informatici americani. Questo ed altri episodi hanno portato gli addetti alla Difesa e alla Sicurezza a prendere seri provvedimenti nel campo della sicurezza virtuale. Il segretario alla Difesa, Leon Panetta, ha addirittura paragonato un’eventuale infiltrazione su larga scala ad una distruzione simile a quella avvenuta l’11 settembre 2011. Cybercity è stata la risposta a questi allarmismi pressoché giustificati all’alba del 2013.
La città virtuale ha, come ogni altro agglomerato cittadino, una banca, un bar, un ospedale e tutti i servizi necessari. I “cittadini” sarebbero gli esperti di informatica a servizio del Pentagono in corso di addestramento per combattere eventuali battaglie cibernetiche e sconfiggere chi proverà ad entrare nei siti sorvegliati. La città è gestita da una società di sicurezza informatica, composta da hacker molto eperti, che ha base nel New Jersey. Per sviluppare le capacità degli utenti vengono continuamente simulati attacchi di ogni genere: dalla mancanza di rete che controlla la metropolitana all’assenza di luce dei semafori dopo un attacco hacker.
Cyber City non è l’unico progetto in fase di sviluppo nell’ambito di una possibile cyber guerra ma, come è facile comprendere, anche gli “avversari” si stanno attrezzando a dovere e in tempi molto rapidi. In America starebbero lavorando anche al “Plan X”, una mappa completa dei miliardi di computer sparsi in tutto il mondo e collegati alla rete. Molto probabilmente anche altri governi stanno sviluppando risorse analoghe a quelle della Difesa statunitense; infatti l’importanza che i computer e internet hanno raggiunto è ormai notevole ed evidente e chi trascurerà questo aspetto potrebbe divenire facile preda di una guerra molto più reale di quanto ad oggi si può intendere.
Ma la cyber guerra non è da pensare solamente ai livelli di Wall Street o del Pentagono, ma è una pratica diffusa tra le aziende di tutto il mondo. Lo spionaggio industriale avviene ormai sempre più spesso in rete. Con dei semplici strumenti come una chiavetta usb è possibile assorbire tutti i file e i documenti insiti in un pc e allo stesso modo è possibile registrare i caratteri digitati sulla tastiera, siano essi parole o password. Non resta che ridisegnare, come gli americani, i propri sistemi di sicurezza, magari incrementando l’uso di microcamere che possono garantire un controllo completo delle postazioni di lavoro e conseguentemente del modo in cui gli strumenti vengono utilizzati.