Si chiama NGI, Next Generation Identification, il programma ultra veloce che a breve consentirà all’FBI di identificare in brevissimo tempo i pregiudicati americani.
Come? Lo farà connettendosi ad un database contente fotografie, scansioni dell’iride, impronte digitali, campioni vocali, campioni di DNA e molto altro. Alla base, un efficiente sistema di identificazione facciale. Il riconoscimento partirà, nella maggior parte dei casi, da una semplice telecamera di sorveglianza che catturerà le immagini trasferendole al database.
Gli agenti dell’FBI potranno individuare un ricercato in mezzo alla folla attraverso le videocamere di sorveglianza o riconoscerlo dal suono della voce catturata da un micro registratore nascosto o da un telefono dotato di un software spia per cellulare. Ma anche grazie a segni identificativi come cicatrici, tatuaggi o macchie della pelle. L’affidabilità del nuovo sistema presuppone un margine di errore dell’8% nel caso in cui NGI confronti in circa 1,2 secondi un’immagine catturata da una qualsiasi sorgente, come le telecamere di sorveglianza, con il database contenente milioni di fotografie di criminali; mentre l’affidabilità diviene del 100% nel caso in cui l’immagine da confrontare provenga da fonti precise e definite come nel caso delle foto segnaletiche.
La tutela della privacy rappresenta l’unico ostacolo al progetto. Infatti è alta la possibilità che l’immagine di un incensurato entri nel sistema dell’FBI perché presente sullo sfondo di una foto di un criminale. Sembrerebbe inoltre che l’agenzia investigativa abbia intenzione di collegare il proprio database alle fonti governative. Questa prospettiva ha destato anche l’interesse di Anonymous che ha già annunciato proteste per il prossimo 20 ottobre. Di certo il gruppo di contestatori, attenti alle tematiche della privacy, desterà l’attenzione di moltissime persone.
Il sistema, capace di utilizzare le nuove tecnologie per avere rapidi riscontri confrontando i dati biometrici, secondo la stampa, è già in fase di test in diversi stati americani ed entrerà in funzione nell’estate 2014. Il costo pare si aggiri intorno ad un miliardo di dollari.