Viviamo in un mondo in cui la videocamere per la sorveglianza sono molte diffuse e spesso ci danno l’impressione di vivere in un enorme Grande Fratello. Nonostante le diverse polemiche sulla privacy, esse hanno, però, dimostrato la loro efficacia nel prevenire atti criminosi e nel permettere di identificare e arrestare pericolosi criminali.
Tuttavia, è stato dimostrato che le solite telecamere a circuito chiuso hanno un sistema di sicurezza molto debole: sono spesso vendute con accesso a Internet remoto abilitato di default, e con password preimpostate deboli. Questo permetterebbe agli hacker di poterle controllare e di favorire, in questo modo, azioni criminali.
Secondo il ricercatore Justin Cacak, ingegnere della sicurezza della Gotham Digital Science, in seguito a “penetration tests”, effettuati per i clienti per scoprire la vulnerabilità della sicurezza delle loro reti, è stato possibile dimostrare come questi dispositivi possano essere manomessi e visualizzati da qualsiasi parte del mondo.
Banche, laboratori di ricerca, università, aziende, case ed altri luoghi sensibili, sarebbero così esposti ad un enorme rischio: malintenzionati potrebbero assumerne il controllo e rubare progetti e informazioni importanti o, semplicemente, violare la privacy di migliaia di persone, senza che queste possano rendersene conto.
È possibile, dunque, accedere da remoto a questi dispositivi qualora la casa produttrice permetta tale accesso come impostazione di default. E nelle maggior parte dei casi tali impostazioni rimangono in maniera permanente per il semplice fatto che gli utilizzatori non lo sanno, in quanto non esperti in materia. Ad aggravare la situazione c’è il fatto che le password preimpostate sono molto deboli e, perciò, facilmente decifrabili.
In questo modo, secondo gli esperti capitanati da Cacak, è stato possibile entrare nelle sale conferenze di diverse aziende importanti e persino nel Consiglio di amministrazione della Goldman Sachs. Ecco perché sarebbe importante, secondo i ricercatori, disabilitare l’accesso remoto a queste telecamere di sorveglianza, dotarle di password più forti o semplicemente, utilizzare microcamere 4G di tipo diverso.