La lista della Federal Aviation Administration degli operatori di droni certificati e autorizzati a volare senza equipaggio nello spazio aereo statunitense rivela che i maggiori utenti utilizzatori di tecnologie UAV (unmanned aerial vehicle) negli Stati Uniti non sono forze dell’ordine, ma le università. Venticinque le istituzioni accademiche che hanno ricevuto i certificati di autorizzazione (COA), che costituiscono quasi la metà dei 60 soggetti con il permesso di far volare sistemi senza pilota.
Questo farebbe sembrare il proliferare di questi velivoli per la videosorveglianza aerea meno sinistro, ma non è proprio così. Infatti, se le università rappresentano quasi la metà degli utilizzatori (gli altri sono i rami militari e agenzie di difesa, i produttori e le forze dell’ordine), si scopre che i militari stanno anche finanziando una buona parte della ricerca in questo campo. Così, mentre le istituzioni di apprendimento stanno sviluppando la tecnologia drone del futuro, l’utente finale potrebbe avere intenzioni tutt’altro che benevole.
Questo non vuol dire che tutta la tecnologia sarà utilizzata per lo spionaggio domestico o per scopi bellici. La Kansas State University sta lavorando con un contingente della Guardia Nazionale dello stato su una tecnologia che migliorerà l’intervento nelle catastrofi. Gli studenti della Middle Tennessee State stanno cercando di applicare la tecnologia drone in agricoltura, assistiti da parte dell’esercito degli Stati Uniti. E, allo stesso modo, anche altre università, come quella del Michigan, stanno ricevendo il supporto militare nelle loro ricerche su questa tecnologia.
In molti si domandano se il proliferare di questa tecnologia ci porterà verso un enorme Grande Fratello globale, non considerando, forse, il fatto, che la maggior parte delle scoperte in campo tecnologico, si pensi per esempio ai computer, sono nate in ambito militare e per scopi militari, ma si sono poi diffusi nella vita di tutti i giorni per migliorarla.
L’invasione delle libertà civili con la tecnologia drone è sicuramente una preoccupazione legittima che deve essere affrontata, ma per il momento anche i più diffidenti possono trovare sollievo nel fatto che al momento i ricercatori stanno acquistando tecnologia drone in maniera più massiccia rispetto alle forze militari.