“I musulmani seguono una religione di pace, misericordia e perdono e la maggior parte non ha nulla a che vedere con i violenti eventi che sono associati all’Islam. Se un musulmano commette un atto di terrorismo, questa persona viola le leggi dell’Islam”.
È questo quanto si legge su un sito web che si pone come guida alla religione islamica. Idee sicuramente veritiere e condivisibili da qualsiasi essere umano.
Tuttavia, è apparsa su Internet la guida in inglese su come diventare un perfetto terrorista e su come esportare il credo di Al Qaeda in Occidente. Un vademecum per gli occidentali convertiti alla jihad, insomma, scritto da Samir Khan, un americano che ha lavorato per il braccio yemenita di Al Qaida e che è stato ucciso da un drone (aeromobile a pilotaggio remoto) insieme l’imam radicale Anwar al Awlaki.
Diversi sono i capitoli della guida e tutti trattano aspetti diversi della vita di un terrorista. Si parla per esempio di igiene della persona in situazioni precarie: “una doccia giornaliera è ideale ma in molti casi non è possibile”. Si invita a tenere in ordine gli ambienti in cui si vive, e ci si nasconde, spesso condivisi con altri “fratelli”.
Si discute persino della possibilità, per un terrorista, di poter portare con sé anche la propria famiglia. Tuttavia, si viene scoraggiati per evitare di vedere i propri cari violentati e torturati, nel caso in cui si venisse scoperti.
Nella sezione dal titolo “Bombardamenti aerei”, Khan descrive il suono dei droni, “come il ronzìo di un’ape” e consiglia ai suoi potenziali discepoli di pensare, in caso di paura, alle vergini del paradiso e ai profeti che si andranno ad incontrare una volta morti.
Sicuramente i capitoli più importanti e interessanti sono quelli in cui dà dei consigli pratici sui bersagli da prendere di mira e sulle linee guida da rispettare per non essere scoperti.
Parla di “attaccare l’America nel suo cortile di casa” perché in questo modo la risonanza, e quindi l’effetto e la considerazione che si ottiene, è molto più grande, soprattutto se l’attentato è messo in atto da un singolo individuo, difficilmente controllabile.
Dunque, con la diffusione del Web, è stato più facile per i terroristi in generale divulgare le proprie idee ed ottenere proseliti anche in e contro paesi occidentali. Si è passati, infatti, dall’iniziale indottrinamento faccia a faccia ad opuscoli e libri, fino ad arrivare alla Rete, a Youtube, per esempio, e alla diffusione di guide online.
Per fortuna, comunque, la tecnologia non si mostra sempre a favore del terrore. A tal proposito, infatti, Khan sottolinea l’importanza di non usare telefoni cellulari per le comunicazioni, per evitare di essere in qualche modo intercettati. Chissà, però se avrà considerato il fatto che magari i servizi segreti possano controllare potenziali terroristi con microspie di ultima generazione, come la microspia video 3G/4G che, grazie alla tecnologia UMTS, permette di spiare, con una semplice video chiamata, tutto ciò che sta succedendo nel luogo in cui è installata o, nel caso in cui non ci sia copertura di rete UMTS, permette quantomeno l’ascolto a distanza illimitata e con una qualità audio elevata, senza che nessuno se ne accorga, in quanto difficile da rilevare.