Nel 21esimo secolo la pirateria marittima rappresenta un rischio reale durante la navigazione in certi mari, soprattutto in Africa.
Per combattere questo flagello, la BAE Systems ha sviluppato un laser non letale , da usare come deterrente contro attacchi a navi commerciali, quali petroliere e portacontainer.
Nel 2010, gli attacchi di pirateria nel mondo sono stati 430, e già nelle prime due settimane del 2011 ne sono stati segnalati 15.
I ricercatori della BAE hanno stabilito che il concetto di un laser non letale, con effetti solo temporanei, è la migliore soluzione per scoraggiare potenziali aggressori, e ha condotto una serie di esperimenti per valutarne la fattibilità.
Il raggio laser si è dimostrato efficace come avvertimento visivo a distanze di oltre 2 km (1,24 miglia), mentre a distanze inferiori può essere usato per disorientare gli aggressori rendendoli incapaci di usare le loro armi in maniera efficace.
Il suo effetto può essere descritto come quello che i piloti di aerei hanno quando volano nella direzione del sole, e rende impossibile puntare un’arma, sia di notte che in pieno giorno, sia contro bersagli singoli che contro più imbarcazioni; l’inabilità causata dal raggio è solo temporanea, classificando il laser come arma non letale, e la BAE Systems dovrà ancora compiere una serie di test per assicurarsi di rispettare tutte le normative che ne renderanno possibile l’effettivo utilizzo a bordo delle navi commerciali.
Inoltre, integrandolo con i sistemi radar delle navi stesse, sarebbe possibile assicurare un puntamento ancora più preciso, in maniera semi-autonoma, riducendo pertanto il margine di errore e contribuendo significativamente ad innalzare il livello di sicurezza delle navi che affrontano bracci di mare a rischio.