La foto che vedete in questo articolo potrebbe essere un falso diffuso ad arte dal governo cinese per gettare un po’ di fumo negli occhi all’opinione pubblica mondiale, o potrebbero anche essere vere, ed in quel caso la Cina avrebbe veramente il suo primo aereo da combattimento di tipo Stealth, invisibile ai radar.
Secondo indiscrezioni, fotografie di migliore qualità sono comparse su siti cinesi prima di passare sotto la mannaia della censura locale, il che potrebbe costituire prova della loro veridicità: ovviamente, la censura interviene rapidamente se si tratta di bloccare immagini vere.
Secondo il giudizio degli esperti del settore, l’aereo raffigurato, chiamato Chengdu J-20 possiede le caratteristiche tecniche adatte ad un moderno aereo Stealth: naso appuntito, stabilizzatori completamente mobili, ali triangolari e quant’altro; in pratica, sembra un incrocio tra un F-22 americano ed il recente prototipo russo T-50.
Se fosse vero, si tratterebbe certamente di un grosso passo in avanti per l’aviazione militare cinese, che finora aveva fatto affidamento soprattutto su aerei copiati da progetti russi o israeliani, o acquistati direttamente dalla Russia.
Questa mossa potrebbe segnare la fine del dominio assoluto dei cieli del mondo da parte degli Stati Uniti, un dominio incontrastato da 50 anni a questa parte nonostante svariati infruttuosi tentativi da parte della Russia.
In ogni caso, secondo il segretario della Difesa americano Robert Gates, per il 2020, quando il Chengdu J-20 potrebbe essere finalmente operativo, l’aviazione americana avrà comunque a sua disposizione almeno un migliaio di aerei dello stesso tipo, tra F-22 ed F-35, garantendo una supremazia, se non a livello di innovazione tecnologica dei singoli velivoli, certamente numerica e strategica difficilmente eguagliabile.
In ogni caso, gli USA hanno dalla loro parte un’esperienza ventennale nello sviluppo e produzione di aerei da combattimento di questo tipo, con un controllo di qualità certamente superiore rispetto ai grandi numeri che la Cina può mettere sul piatto in termini di manodopera.
Insomma, la strada per scalzare gli USA dal ruolo di superpotenza militare numero uno è ancora molto lunga per i giganti asiatici.