Come già abbiamo avuto modo di vedere in un recente articolo, gli agenti delle forze dell’ordine impegnati in attività investigative non sempre hanno la possibilità di avvicinarsi ai propri sospetti per raccogliere informazioni, installare microcamere o microspie per intercettare conversazioni e così via, per evitare di mettere a repentaglio la propria sicurezza o di far fallire l’operazione.
Per evitare di correre inutili rischi, ma essere comunque in grado di intercettare conversazioni che si svolgono all’interno di una stanza chiusa, esistono delle valide alternative fornite dalla moderna tecnologia di sorveglianza, ad esempio i microfoni laser.
Come intercettare conversazioni a distanza con un microfono laser?
Un microfono laser, come il nome stesso suggerisce, utilizza un raggio laser invisibile, che viene puntato verso il vetro di una finestra, fino ad una distanza massima superiore ad un chilometro e mezzo. Tale raggio è in grado di “leggere” le vibrazioni del vetro stesso, vibrazioni causate da suoni e voci prodotti all’interno della stanza e dietro la finestra.
Il raggio laser, riflesso dal vetro, viene raccolto da un ricevitore posizionato alla giusta angolazione secondo l’angolo di riflessione. Tale ricevitore, unito ad un sistema di decodifica, è in grado di convertire gli impulsi del laser, modificati dalle vibrazioni del vetro, in suoni e voci, con estrema chiarezza di suono, in modo da poter ascoltare in assoluta tranquillità, e soprattutto in assoluta sicurezza, cosa avviene al di là di quel vetro.
L’uso di tale tecnologia da parte delle forze dell’ordine si è rivelato utilissimo in più di una indagine contro il crimine organizzato, riscontrando il favore degli operatori soprattutto perché ne rende molto più sicure le condizioni operative.
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