Fin dalla notte dei tempi, il capo d’abbigliamento più desiderato da uomini e donne è sempre stato un capo che… non esiste: il mantello dell’invisibilità.
Metafora di desideri irrealizzabili, tale impossibile mantello era prerogativa di personaggi delle favole, e finiva spesso per arrecare più danni che benefici a chi lo usasse.
Ora, secondo una ricerca compiuta in Scozia da scienziati della University of St. Andrews, tale sogno potrebbe trasformarsi finalmente in realtà. Infatti, il team di ricercatori sta sviluppando un nuovo metamateriale (ossia un materiale artificiale dotato di proprietà non disponibili in natura), in grado di “piegare” le onde elettromagnetiche.
Tale materiale, chiamato Metaflex è dotato di un “indice di rifrazione negativo”, che permette di piegare non solo le onde elettromagnetiche ma anche i raggi di luce, in una maniera particolare che, almeno a livello teorico, può permettere di rendere invisibile un oggetto che ne venga rivestito.
Le proprietà di questo tipo di materiale potrebbero essere utilizzate per rendere navi o sottomarini invisibili ai sonar, ma riuscire a renderlo utilizzabile con la luce visibile e con le sue onde di lunghezza minore, e su oggetti flessibili quali appunto un capo di vestiario, rappresenta una sfida assai difficile.
Il Metaflex affronta questa sfida usando dei meta-atomi che vengono raggruppati insieme. In precedenza, i meta-atomi, che come il nome suggerisce sono la base che forma i meta materiali, venivano usati su superfici rigide e piatte, quali ad esempio il rivestimento esterno di un sottomarino. Manipolandone la struttura, sarà possibile, secondo i ricercatori, creare un metamateriale flessibile, con il quale manipolare il comportamento della luce visibile, creando non soltanto il mitico mantello dell’invisibilità, ma anche delle super-lenti da usare per protesi oculari, sicuramente meno affascinanti ma più utili per persone affette da disturbi della vista.
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