Le occasioni in cui si può presentare la necessità di dover registrare conversazioni, suoni o anche musica, in maniera discreta e dando il meno possibile nell’occhio, sono svariate: ad un concerto, durante una lezione a scuola o in università, durante una riunione in ufficio o, per forze dell’ordine ed investigatori privati, durante una difficile indagine contro criminali o per un caso di infedeltà coniugale.
In casi del genere, è importante che la registrazione nascosta venga effettuata usando uno strumento che non possa destare attenzione, che possa essere facilmente nascosto e che, all’occorrenza, possa funzionare per lungo tempo in maniera autonoma, magari accendendosi automaticamente soltanto quando è strettamente necessario, per evitare di sprecare tempo registrando ore ed ore di inutili rumori di fondo.
Pertanto, è bene usare un microregistratore vocale, che è in grado di ottenere tutto questo, il tutto in dimensioni ridottissime. Infatti, ne esistono modelli che possono avere uno spessore di circa 4 millimetri e dimensioni paragonabili a quelle di una carta di credito, con sensore di attivazione vocale ed una capacità di salvataggio enorme.
Grazie all’attivazione automatica, sarà possibile registrare soltanto quando necessario, in modo da ottenere il massimo dalla nostra operazione di sorveglianza audio o di raccolta informazioni, ottimizzando anche il consumo della batteria, che è garantita per durare fino a 1 mese in standby.
Grazie alle sue dimensioni minime, non darà nell’occhio, e potrete recuperarlo con comodo quando nessuno vi osserva. Per avere maggiori dettagli sul funzionamento del microregistratore digitale, vi raccomandiamo di visitare il sito di Endoacustica dove troverete altri modelli di registratori miniaturizzati per tutte le vostre diverse esigenze in questo campo.