Un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology ha creato un tipo speciale di batterie che possono essere cucite all’interno del tessuto che compone i nostri abiti, in modo da usare il tessuto stesso come fonte di alimentazione per apparecchi portatili queli un cellulare, un lettore MP3 o, nel campo militare, per fornire energia alle strumentazioni che fanno ormai parte della dotazione standard del soldato moderno.
Oltre a poter essere incorporate all’interno del tessuto, queste batterie possono essere inserite all’interno di contenitori di qualsiasi forma o misura, usandone l’involucro come fonte di energia. Nelle intenzioni dei loro progettisti, il tessuto
batteria potrebbe essere particolarmente utile ai soldati, che come detto trasportano spesso una serie di apparecchiature elettroniche, il cui ingombro e peso sono aumentati considerevolmente dalle batterie usate per alimentarli.
Il lavoro dei ricercatori del MIT si basa su un virus batteriofago, innocuo per gli uomini, il cui nucleo è ricoperto da uno strato di proteine, che è stato usato come riferimento per creare dei catodi di un materiale fluoro-ferroso. Combinando questi catodi con i relativi anodi ed elettroliti del tessuto, si crea una batteria in grado di perdere pochissima energia, e di venire ricaricata come una normale batteria, fornendo prestazioni dello stesso ordine di grandezza.
Inoltre, il virus è stato prodotto a temperatura ambiente, riducendo pertanto l’impatto ambientale del processo di produzione della batteria stessa. I materiali usati, inoltre, sono meno pericolosi rispetto a quelli usati nella produzione delle comuni batterie Li-ion, in quanto la loro minore produzione di calore riduce di conseguenza anche il rischio di infiammabilità. I soldati impegnati in missioni in zone dove le temperature possono salire anche oltre i 50 gradi sicuramente saranno contenti di ridurre il loro carico e di correre meno rischi.