Un giorno, tutti noi potremmo essere sostituiti da robot che svolgono il nostro lavoro in silenzio, in maniera assolutamente efficiente, senza lamentarsi e soprattutto, senza essere iscritti ad alcun sindacato.
L’ultimo sviluppo in tal senso non avviene nel mondo del lavoro, ma in quello militare: infatti, il governo sudcoreano ha deciso di installare, all’interno della famigerata DMZ, la zona demilitarizzata che corre lungo il 38esimo parallelo e che divide le due Coree, una serie di sentinelle robot.
Si tratta di robot dotati di sensori che possono rilevare la voce, il movimento e l’impronta di calore di un eventuale intruso all’interno della loro zona di competenza, e che in casi estremi possono sparare con un mitragliatore automatico o lanciare delle granate. Non appena il robot sentinella rileva un intruso, esso invia un segnale al suo centro di controllo.
Se il personale del centro di controllo rileva che l’intruso non costituisce una vera e propria minaccia, i robot restano tranquilli, ma se dovesse essere identificato come un nemico, verrebbe dato l’ordine di sparare e di neutralizzarlo.
Attualmente, questi robot vengono usati soltanto nei pressi di un singolo posto di confine (ovviamente non si sa quale), e se l’esperimento dovesse essere coronato da successo, il governo sudcoreano installerebbe sentinelle automatizzate, dal costo di 330 mila dollari l’una, lungo tutti i 250 chilometri di confine tra la Corea del Sud e la terra di nessuno che la separa dalla Corea del Nord, una delle zone più pericolose dell’intero pianeta, nonché la linea di confine con la più alta concentrazione di armamenti al mondo.
Chi potrebbe non essere d’accordo con l’installazione di tali robot sono gli animali che sono tornati a popolare la DMZ trasformandola in una sorta di riserva naturale involontaria, e che ora potrebbero essere minacciati.