Non passa giorno senza che non venga presentato un nuovo aereo spia, tanto che ormai i nostri cieli (e quelli di zone dove la pace è a rischio o non c’è proprio, come il Medio Oriente, l’Iraq o l’Afghanistan) sono sempre più affollati da droni che tengono sotto controllo il territorio sottostante da varie altezze.
L’ultima novità in tal senso, presentata dalla Boeing nei giorni scorsi, si chiama Phantom Eye. Questo aereo spia, dalla curiosa forma ad uovo e con 45 metri di apertura alare, può raggiungere un’altitudine di 65000 piedi (circa 20000 metri), e grazie a due motori da 2300 centimetri cubici di cilindrata, restare in volo fino a 4 giorni consecutivi trasportando circa 200 chilogrammi di strumentazioni e raggiungendo una velocità di 150 nodi, il tutto senza pilota.
Oltretutto, Phantom Eye è in grado di volare in maniera assolutamente non inquinante, e ad un costo operativo decisamente contenuto, in quanto i suoi motori sono alimentati ad idrogeno; al contrario dei normali motori degli aerei commerciali e militari che, sia pur in maniera limitata, inquinano l’atmosfera, il motore all’idrogeno non produce monossido di carbonio ma pura e semplice acqua, contribuendo pertanto a mantenere puliti i nostri cieli.
Per ora Phantom Eye è soltanto un prototipo, ma per l’inizio del prossimo anno, dopo i primi test a terra, inizieranno i primi voli di prova di questo velivolo, che sembra destinato a rivoluzionare il mondo degli aerei spia, non tanto per le proprie caratteristiche tecniche (le apparecchiature di sorveglianza montate a bordo non dovrebbero essere tanto dissimili da quelle attualmente in circolazione), quanto per essere il primo UAV d’alta quota a muoversi nella direzione del risparmio energetico e dell’energia pulita.