I telefoni cellulari moderni sono sempre più piccoli e sempre più ricchi di funzioni che esulano dalla semplce conversazione telefonica o dall’invio di messaggi, come facevano i primi telefonini. I moderni telefoni di tipo smartphone sono degli apparecchi intelligenti che ci consentono di portarci dietro il nostro ufficio e tutte le funzionalità di cui abbiamo bisogno per il nostro lavoro.
Per coloro che per lavoro non fanno l’impiegato o il dirigente d’azienda bensì il soldato, e sono impegnati in prima linea in aree ostili, le funzioni di un “normale” cellulare potrebbero non rivestire molta importanza, ma sicuramente potrebbero essere interessati al risultato di una ricerca compiuto dal Dipartimento di Sicurezza Interna degli USA, in collaborazione con la Rhevision di San Diego.
Tale progetto di ricerca è al lavoro su un sensore di rilevazione di gas tossici, costituito da un chip poroso di silicio che cambia colore quando rileva determinati agenti chimici. All’interno del chip è posizionata una microscopica camera, più piccola della punta di una penna, che cattura l’immagine del colore e la restituisce all’esterno.
Allo scopo di analizzare le sfumature del colore, che possono determinare il tipo di agente chimico rilevato, il progetto usa una lente supermacro, sviluppata dalla Rhevision, dalla consistenza semiliquida che le consente di cambiare rapidamente forma per mettere a fuoco il minimo dettaglio.
Abbinando vari chips capaci di rilevare determinate sostanze, è pertanto possibile ricreare una sorta di “naso” applicato ad un cellulare, che permette di rilevare in tempo reale la presenza di agenti chimici o di gas tossici.
Tale sensore potrebbe rivelarsi vitale non soltanto per soldati al fronte che possano subire un attacco chimico, ma anche, una volta che il sensore sia stato sviluppato nella maniera adatta, per i vigili del fuoco che possono rilevare la presenza del mortale ed inodore monossido di carbonio durante un incendio, indossando prontamente la maschera antigas.