Un giorno potremmo vedere apparecchiature microscopiche, la cui alimentazione proviene da cellule sintetiche che funzionano come delle vere e proprie batterie. Una ricerca condotta dalla Yale University, infatti, sta studiando la maniera in cui alcune cellule naturali creano dei microscopici voltaggi elettrici.
Durante questi studi, i ricercatori hanno prodotto una altrettanto piccola batteria che converte l’energia chimica in energia elettrica, con una percentuale di efficienza che si aggira sul 10%. Le cellule sintetiche prodotte consistono di una soluzione salina ricoperta da uno strato di lipidi.
Quando le due cellule entrano in contatto si forma un doppio strato di lipidi, all’interno del quale viene inserita una proteina modificata, che crea dei pori attraverso cui passano gli ioni negativi e positivi. Il voltaggio generato dal passaggio degli ioni può essere raccolto per generare una microscopica corrente elettrica.
Inserendo dei sottilissimi elettrodi all’interno delle gocce saline, si creano delle piccolissime batterie cellulari. Una coppia di gocce così trattate può fornire elettricità per 10 minuti.
Le batterie sintetiche possono avere un’efficienza venti volte inferiore rispetto alle normali batterie solide, ma la loro percentuale di efficienza è comparabile a quella di altri apparecchi solidi che generano elettricità dalla luce o dal calore, come ad esempio le celle solari.
In futuro, le batterie cellulari potrebbero essere utili nel campo delle nanotecnologie, per fornire energia a chips di memoria e ad apparecchiature in scala altrettanto ridotta. Per noi che ci occupiamo di tecnologia miniaturizzata, insomma, potrebbe essere una rivoluzione… aspettiamo e vedremo!