I giornali italiani di oggi riportano la notizia di un’azienda condannata a pagare un risarcimento danni ad un proprio dipendente, per averne spiato la navigazione Internet svolta in orario lavorativo, raccogliendo informazioni in un dossier utilizzato in seguito come base per una sanzione disciplinare contro il dipendente.
L’autorità’ di garanzia della privacy ha stabilito che le aziende non possono spiare i computers dei propri dipendenti durante l’orario di lavoro. Ovviamente questo non vuol certo dire che da oggi, potrete passare le vostre giornate in ufficio chattando con i vostri amici su Facebook o leggendo le notizie sportive, ma contribuisce a regolare la materia, da tempo oggetto di diatribe di vario genere tra aziende e sindacati.
Nel caso specifico, l’azienda teneva sotto controllo l’attività’ dei propri dipendenti grazie all’installazione di un programma che memorizza tutte le informazioni relative alla navigazione, mentre l’utente non sa di essere sotto controllo. Tale installazione è contraria allo Statuto dei Lavoratori e ai regolamenti attualmente vigenti in Italia in questa materia, pertanto la società e’ stata sottoposta a sanzione amministrativa
Come spiare i propri dipendenti?
Il problema del monitoraggio dell’accesso Internet durante l’orario di lavoro a scapito della produttività è particolarmente sentito negli USA, dove esistono addirittura dei corsi per insegnare ai responsabili del personale come spiare i propri dipendenti senza oltrepassare il limite consentito dalla legge.
Quindi, la prossima volta che vorrete controllare la vostra posta su Facebook o caricare una foto su Flickr mentre siete in ufficio ed il capo e’ impegnato in una riunione, potete farlo tranquillamente… o forse no?