La maggior parte dei cosiddetti UAV (Unmanned Aerial Vehicles), ossia aerei in miniatura comandati a distanza hanno la classica forma di un aereo, anche se ovviamente in scala ridotta. Questa forma però presenta degli svantaggi, quali una maneggevolezza ridotta e ridotte capacità di carico, senza contare che un UAV di questo tipo ha bisogno di una pista per decollare o atterrare.
La soluzione a questo problema sono gli UAV a decollo verticale, che usano rotori che li rendono qualcosa di più simile ad un elicottero che a un aereo. Ad esempio quelli costruiti dalla azienda inglese AESIR non hanno parti rotanti esterne al corpo del veicolo, e la loro forma li rende simili più a un UFO che a un elicottero o un aereo in miniatura.
Per volare, sfrutta il cosiddetto effetto Coanda, ossia la tendenza di un flusso d’aria o liquido, che si trovi ad incontrare un corpo curvo lungo il suo percorso, a seguire la curvatura di tale corpo invece di una traiettoria rettilinea.
Nel caso dell’UAV creato da AESIR, il flusso d’aria viene creato al centro del veicolo stesso grazie ad un’elica. L’aria è poi convogliata verso il basso in modo da seguire la superficie curva del veicolo stesso, e generare così una spinta verso l’alto. Il flusso d’aria genera una rotazione del veicolo in senso opposto a quello dell’elica, e tale rotazione è stata eliminata tramite la creazione di prese d’aria e di flaps di stabilizzazione sull’esterno del veicolo.
A seconda dei modelli, questi UAV possono trasportare tra 10 e 1000 kg di carico, pertanto i modelli più piccoli possono essere utilizzati, montandovi una telecamera, per operazioni di sorveglianza, ricognizione e fotografia aerea nel campo civile e militare; i modelli più grandi, invece, capaci di trasportare equipaggiamenti pesanti con un’autonomia di 8 ore, possono essere utilizzati ad esempio per rifornire truppe a distanza.
Per capire meglio il funzionamento, potete osservare questo video.